Arpagofito

Harpagophytum procumbens (Burch.) D.C. Ex Meisn.

Farmacologia

    Farmacocinetica

    La farmacocinetica dell'Arpagofito (e delle componenti principali, le glicosidi iridoidiche) non è stata chiarita, e ciò si riflette nell'incertezza riguardo al ruolo degli acidi gastrici nell'attivazione o disattivazione dei componenti della droga. Una parte della letteratura suggerisce che siano i risultati dell'idrolisi acida (arpagogenina) ad essere attivi in senso antiinfiammatorio ed antireumatico, e quindi che il contatto con le secrezioni gastriche sia importante. Altri autori suggeriscono invece che gli arpagosidi siano più attivi dei prodotti dell'idrolisi, e che quindi i succhi gastrici siano inattivanti. Recenti studi sembrano portare supporto a quest'ultima posizione.

    Altre azioni

    Non vi è dubbio che l'Arpago sia un amaro molto potente che stimola e tonifica il sistema digerente.
    I costituenti attivi sono presenti solo nelle radici secondarie di riserva e l'adulterazione con la radice principale può rendere il rimedio inefficace.

  • Analgesica

    Vi è uno studio che conferma il potenziale analgesico dell'estratto e dell'arpagoside, comparabile a quello dell'aspirina, dopo iniezione intraperitoneale, ma non vi sono dati positivi sulla sua efficacia dopo assunzione orale.

  • Antinfiammatoria (ed antireumatica)

    La ricerca indica che l'Harpagophytum possiede azione antiinfiammatoria anche se le opinioni sono discordanti riguardo la sua efficacia nella pratica.
    L'effetto antiinfiammatorio dipende molto dal modo di somministrazione e dalla natura dell'infiammazione (acuta o cronica). In particolare, gli effetti antiinfiammatori sono stati più convincenti in modelli di infiammazione subacuta (dove la droga si è dimostrata attiva quanto il fenilbutazone) piuttosto che in modelli di infiammazione acuta. La pianta e i suoi componenti non sembrano agire con meccanismo FANS-simile, visto che non inibisce l'attività della COX e non altera i livelli delle prostaglandine. E' probabile quindi che i meccanismi in atto non siano gli stessi e che i rischi (effetto irritante sullo stomaco) non siano gli stessi.
    L'efficacia della pianta è stata dimostrata in vari studi clinici, di varia qualità. Uno studio aperto su 630 pazienti (estratto acquoso) ha mostrato un miglioramento nel 42-85% dei casi, con la maggior efficacia concentrata nei pazienti con artrite alla colonna vertebrale e alle articolazioni maggiori.
    Altri due studi in doppio cieco hanno mostrato l'efficacia di estratti idroalcolici e di capsule di polvere di Arpago, con riduzione del dolore e facilitazione del range of motion.


Glossario