Incenso

Boswellia carteri Birdwod

Farmacologia

    Altre azioni

    Dosi elevate di Boswellia proteggono le mucose gastriche dalla formazione di ulcere.

    In un gruppo misto di asmatici in età compresa tra 14 e 58, che hanno assunto Boswellia per 6 settimane, il 70% ha mostrato un miglioramento della sintomatologia, come ad esempio dispnea, e un miglioramento della performance nei test polmonari.

    Un gruppo di pazienti affetti da colite ulcerosa ha ricevuto 350 mg di Boswellia tre volte al giorno per 6 settimane. I livelli di emoglobina, le proprietà delle feci e le biopsie rettali sono tutti migliorati, e l’82% dei pazienti sono andati in remissione se comparati al 72% del gruppo di controllo (sulfasalazina).

  • Antinfiammatoria (Sperimentale)

    Gli acidi boswellici sono degli inibitori della 5-LOX (che promuove la formazione di leucotrieni) per via enzimatica diretta, con meccanismo non competitivo attraverso il legame con un sito effettore per triterpeni pentaciclici. L’acido acetil-11-cheto-beta-boswellico è il più attivo tra gli acidi boswellici.
    Nel 1991 (Safayhi et al) è stato dimostrato che gli acidi boswellici riducono il danno epatico in caso di epatite chimicamente indotta. E’ stato inoltre mostrato che il danno epatico è causato dal rilascio di elastase leucocitaria umana (HLE) in risposta all’aggressione chimica, ed è stato mostrato che le saponine pentacicliche triterpenoidiche bloccano appunto gli effetti dell’ HLE (Ying et al 1991).
    Così non solo la Boswellia ha un effetto antiinfiammatorio diretto bloccando la conversione della 5-LOX in leucotrieni, ma contribuisce anche a bloccare la degradazione tessutale dovuta all’HLE.
    Inoltre l’acido beta-boswellico ha dimostrato in vari studi di essere il composto più efficace come azione anticomplementare, seguito dall’acido ursolico e dall’acido crategolico, probabilmente inibendo la componente C£ convertase della cascata del complemento.

  • Antireumatica (e antinfiamamtoria, dati clinici)

    La ricerca sistematica sugli estratti di Boswellia è iniziata nel 1985 e si è concentrata soprattutto sugli effetti della pianta in caso di artrite reumatoide.
    Nei vari studi organizzati, i dosaggi di Boswellia sono rimasti nella gamma di 6-9 compresse da 400 mg al giorno.

    I risultati possono essere riassunti in questo modo:
    50-60% dei pazienti hanno avuto risposta positiva all’estratto di Boswellia;

    sono state osservate riduzioni significative di gonfiore e dolore alle articolazioni;

    la frequenza di sedimentazione eritrocitaria (ESR) è diminuita in uno studio;

    spesso si è osservata una riduzione di rigidità articolare mattutina;

    l’utilizzo di FANS da parte dei pazienti è diminuito;

    i pazienti hanno riportato un generale aumento del senso di benessere;

    vi è stata una riduzione significativa degli interventi medici di urgenza per i pazienti che assumevano Boswellia;

    è stato osservato un chiaro effetto di peggioramento della sintomatologia al momento della cessazione del trattamento con Boswellia, e un chiaro effetto di miglioramento della sintomatologia quando il trattamento è stato ripreso;

    la Boswellia si è rivelata un ottimo rimedio per bambini con artrite reumatoide giovanile che non hanno risposto bene alla terapia ortodossa;

    la tolleranza alla Boswellia è stata eccellente con mancanza quasi totale di effetti collaterali;

    la Boswellia ha dimostrato di poter modificare il progresso dell’artrite reumatoide se utilizzata all’inizio del decorso della malattia;

    la Boswellia rappresenta un ottimo coadiuvante della terapia farmacologica ortodossa;

    l’effetto a lungo termine della Boswellia sulla struttura delle articolazioni sembra essere buona. In particolare sembra essere in grado di fermare la degradazione dei glicosaminoglicani.


Glossario