Tarassaco radice

Taraxacum officinalis Weber ex F. H. Wigg S.l. (radix)

Etnobotanica

Pianta cosmopolita conosciuta fin dal tempo degli egiziani, utilizzata dai greci e trattata ampliamente dagli enciclopedisti arabi, da Rhazes e Avicenna, e presente in tutti i trattati e gli erbari medioevali. Il nome generico Taraxacum potrebbe provenire dal persiano tark hoshgun (indivia silvestre) o dal greco taraxos (disordine) e akos (rimedio). Menzionato come indivia selvatica da Rhazes nel 10o secolo e da Avicenna nel 11o secoo. Il nome comunemente utilizzato in Europa era Dens Leonis (The Herbal of Johan von Cube: Herbarius Zu teutsch und von aller handkreuten (Ausberg 1488).
Culpeper lo considera come una pianta molto utile per la diuresi e per “vedere lontano senza bisogno d'occhiali”.

La radice è stata usata per trattare asma, disordini gastrointestinali (diarrea, gastrite, indigestione, inappetenza, dispepsia atonica con costipazione), diabete, disordini epatici (epato e splenomegalia, calcoli biliari, cirrosi, colecistite, ittero), urinari e renali (oliguria), ipertensione, edema cardiaco ed idropsia, reumatismo muscolare, disordini cutanei cronici. Il decotto si applica esternamente per vari disturbi cutanei.


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