Achillea

Achillea millefolium L.

Farmacologia

    Altre attività

    L'achilleina è amara ed emostatica (Williamson & Evans 1988) ed il decotto della pianta ha lo stesso effetto in vitro ed in vivo (Mills 1991).
    L’achilleina fu usata nel XIX secolo in Francia ed Europa meridionale come sostituto per il chinino nel trattamento delle febbri intermittenti.
    I sesquiterpeni lattoni sono amari e tonici, con effetto stimolante sulla digestione; essi inoltre possiedono attività antitumorali su animale in vivo (Tozyo et al 1994).

    I tannini hanno una ben nota azione astringente e le proprietà diuretiche, espettoranti e digestive dell'estratto totale della pianta sono facilmente riconducibili al contenuto in oli essenziali, senza dimenticare la forte azione diuretica della asparagina.

    La combinazione di potere astringente, antiinfiammatorio ed emostatico la rende una pianta molto utile per la circolazione venosa.

    Introduzione

    Per una pianta con una tale varietà di costituenti ed usi tradizionali l'Achillea è stata studiata molto poco.
    Nel 1846 Zanon scoprì un principio attivo amaro, di colore rosso-marrone, che chiamò achilleina (negli Annalen di Liebig), e nel 1870 Von Planta dimostrò che il principio era un alcaloide, identico al composto scoperto in Achillea moschata. Zanon scoprì inoltre un acido che chiamò acido achilleico ma che nel 1857, grazie al lavoro di Hlasiwetz, si scoprì essere acido aconitico.

  • Antimicrobica

    Sempre la frazione volatile di Achillea si è dimostrata attiva contro batteri (G + e G -) ed anche su Candida albicans. In particolare, la frazione più ricca di composti polari (contenente terpinen-4-olo) ha dimostrato di essere più efficace e di possedere un più ampio spettro di azione (Barel et al 1991). Il cineolo possiede proprietà antisettiche ed espettoranti (Mills 1991).

  • Antinfiammatoria

    Le glicosidi fenoliche possiedono proprietà analgesiche ed antiinfiammatorie simili all'aspirina, inibendo la produzione di prostaglandine (PG), riducendo il dolore e calmando la febbre (Williamson & Evans 1988).
    Flavonoidi e tannini come isoquercitrina, quercetina e rutina sono importanti agenti antiossidanti (Okamura et al 1992; Huang et al 1992), antiperossidanti, antistaminici (Duke 1992) ed inibitori di 5-LOX e COX (Jin et al 1989; Osmianski et al 1990) e possiedono buone proprietà vasoprotettive (Merck Index). L'apigenina è antiinfiammatoria, antiaggregante e spasmolitica (Williamson & Evans 1988).
    Il camazulene (CMZ), presente in alcune varietà di Achillea millefolium, è fortemente antiinfiammatorio ed antiallergenico. Il meccanismo della sua attività antiflogistica non è stato elucidato ma si presume (Safayhi et al 1994) che i derivati dell'azulene possiedano attività antistaminica e antiserotoninica, che inibiscano l'attività della ialuronidase e blocchino il rilascio di serotonina (Evans 1989). Safayhi e collaboratori (1994) hanno avanzato l'ipotesi che il CMZ contribuisca all'attività antiinfiammatoria sia attraverso l'inibizione della sintesi dei leucotrieni sia grazie alla sua attività antiossidante. Il meccanismo ipotizzato è l’inibizione della 5-LOX.
    Delle alcamidi polinsature isolate da Achillea hanno dimostrato di poter inibire in vitro sia la 5-LOX che la COX (Muller-Jakic et al 1994).
    E' probabile che anche i sesquiterpeni lattoni esercitino attività antiflogistica, come è stato dimostrato per alcune specie appartenenti all'aggregato di A. millefolium (Zitterl-Eglseer et al 1991).

  • Antispasmodica

    Il cirisiolo, un flavone isolato da Achillea, ha dimostrato proprietà antispasmodiche in vitro. Il meccanismo suggerito è quello di una inibizione dell'influsso di Ca2+ e di una contemporanea stimolazione del rilascio di Ca2+ dai depositi intracellulari (Mustafa et al 1992).


Glossario