Achillea

Achillea millefolium L.

Utilizzo

    Introduzione

    Come si può evincere dalla varietà di costituenti e di azioni proposte per l'Achillea, questa pianta viene utilizzata per molte situazioni diverse, a volte contraddittorie: essa ha infatti una azione che a volte facilita la circolazione sanguigna e a volte la riduce, viene utilizzata come antiinfiammatorio ma può provocare dermatiti da contatto. Non possiede una azione specifica drastica: è un antiinfiammatorio medio, un amaro medio, un antispasmodico medio, tanto che Weiss la giudica una pianta di seconda linea. A mio giudizio, in realtà l'Achillea esemplifica il tipico rimedio erboristico, con un campo di applicazione difficilmente categorizzabile e con una azione lenta e non drastica, indicata per problemi di tipo cronico.
    I molti possibili utilizzi della Achillea possono essere raggruppati in sei categorie:

    Altri utilizzi

    A livello generale e funzionale, Moore (1995) ritiene che la pianta sia uno stimolante, nel senso che aumenta la funzionalità e perfusione, in primis dei sistemi riproduttivo e dermico, e in seconda istanza dei sistemi cardiovascolare e delle mucose, mentre è leggermente sopprimente, nel senso che tende a diminuire il loro metabolismo, dei sistemi epatico e renale.
    NB: La radice viene utilizzata come rimedio per il mal di denti.

  • Cardiocircolatori, disturbi

    Achillea agisce come vasodilatatore per la circolazione, utile sia nei casi di ipertensione, varicii ed ipotono venoso, come nel caso di mani e piedi cronicamente freddi. Può essere usata per equilibrare la circolazione in caso di sudorazione e colpi di calore. Dovrebbe essere inclusa in ogni prescrizione per pazienti con stasi sanguigna, specialmente se in combinazione con altre piante con effetti stimolanti circolatori più marcati; in questi casi, infatti, essa evita l'esacerbazione dei sintomi della congestione. E' probabile che la sua efficacia sia dovuta alla sua unica combinazione di flavonoidi, sesquiterpeni e cumarine che rafforza, rilassa e “libera” la circolazione venosa e periferica (Hedley 1996).
    L'esperienza clinica dell'autore è che l'utilizzo a lungo termine della pianta (3 mesi) nel trattamento dell'ipertensione è stato positivo, con marcata riduzione della pressione diastolica.

  • Dispepsia

    L'Achillea è un classico rimedio aromatico e tonico amaro per la cattiva digestione: stimola le secrezioni gastriche e l'assimilazione ed ha anche una attività carminativa ed antispasmodica. L'effetto risultante è quello di normalizzare la peristalsi e i progressi digestivi in toto. Priest e Priest (1982) indicano le preparazioni fredde per “stimolare l'appetito e tonificare gli organi digestivi”. Ellingwood (1917) la considera uno specifico “per gastriti atoniche e dispepsia”.
    Krivenko et al. (1989) riportano del trattamento di vari problemi gastrointestinali (gastrite cronica iposecretiva, epatocolecistite cronica, angiocolite) con una ricetta contenente Achillea in combinazione con altre piante medicinali.

  • Emorragie

    L'Achillea possiede da lungo tempo una reputazione come emostatico per ferite e l'infuso filtrato è un efficace detergente per ferite. Sia l'infuso che un unguento possono essere applicati a vene varicose ed emorroidi. Priest e Priest (1982) danno come indicazione “tessuti atonici e rilassati con perdite libere o emorragie passive di sangue rosso chiaro”.
    La combinazione di proprietà antisettiche, astringenti ed antiinfiammatorie rende l'Achillea un ottimo rimedio per ferite ulcerose e emorroidi sanguinanti.
    L'esperienza dell'autore, come di molti colleghi, è che la pianta fresca masticata consista in un ottimo rimedio casalingo per l'epistassi.

  • Febbre

    La maggior parte dei fitoterapeuti clinici che hanno scritto su Achillea, nel passato e nel presente (da Ellingwood, a Coffin, passando da Priest e Priest, fino a Hoffmann, Mills, Hedley e Chevallier) concorda che l'Achillea è uno dei migliori rimedi diaforetici e febbrifughi per i primi stadi febbrili. Priest e Priest (1982) la definiscono come un “diaforetico leggero, lento e stimolante: indicato per i primi stadi delle reazioni febbrili acute”, in particolare raffreddore, influenza e stati catarrali. Ellingwood (1917) lo considera uno specifico per “pelle calda con sensazione di bruciore agli stadi iniziali delle febbri asteniche acute, con soppressione della sudorazione”. Mills (1991) scrive dell'Achillea che è un “ingrediente principale in ogni programma di gestione della febbre, aiuta a ridurre i sintomi spiacevoli, mantiene la temperatura a livelli ragionevoli (e l'infuso caldo è molto veloce in entrare in azione), aiuta dopo la crisi a risolvere lo stadio post febbrile più efficacemente, con minimi effetti soppressivi sulla febbre”.
    Possiamo perciò dire che Achillea è uno specifico per i primi stadi febbrili acuti causati da infezioni dell'alto tratto respiratorio, in particolare per stimolare la sudorazione assente, mentre non dovrebbe essere utilizzata quando la febbre sia “bagnata”. Tipiche associazioni sono: Achillea + Sambucus (parti uguali) + Zingiber o Capsicum; oppure Achillea + Mentha piperita + Sambucus (parti uguali).

  • Mestruali, disturbi

    Utile nei problemi mestruali, particolarmente in casi di menorragia moderata; può anche essere utilizzato per dismenorrea. Paradossalmente è anche un emmenagogo e può essere utilizzato per incoraggiare la regolarizzazione delle mestruazioni, specialmente in caso di oligomenorrea. La sua azione non è di tipo ormonale ma opera attraverso la regolazione della circolazione a livello uterino, aiutando a diminuire la stasi sanguigna a livello pelvico ed il dolore causato dalle vene pelviche congestionate. La sua attività antispasmodica contribuisce alla riduzione del dolore ed al ritorno del flusso mestruale in caso di amenorrea. Rogers (1995) ne consiglia l'uso per vari problemi associati alla menopausa e come parte del trattamento dei fibromi uterini. Moore (1995) ne consiglia l'uso per donne "con ciclo lungo, con mestruazioni lente, prolungate e congestionate e dolore cronico sordo". In definitiva, un rimedio a cui pensare in ogni caso di problemi di congestione associata a problemi pelvici cronici. Per gli uomini è un rimedio da associare in caso di prostatiti e/o iperplasia benigna (Hedley 1996).

  • Tratto urinario, disturbi

    L'azione antiinfiammatoria e quella diuretica giustificano l'uso di questa pianta per problemi di tipo urinario. Lingard (1958) consiglia l'uso dell'estratto fluido come semplice per la nefrite. Moore (1995) consiglia l'uso per cistiti e uretriti croniche.
    Ellingwood (1917) lo considerava uno specifico per “ridotta funzionalità renale con irritazione uretrale o renale”.


Glossario