Arnica

Arnica montana L.

Etnobotanica

La radice di arnica è menzionata dal Mattioli, da Gessner, Camerarius e Clusius (XVI Secolo). E' un rimedio popolare in Germania dai tempi antichi, ma non appare nella Pharmacopoea Londonensis fino al 1788. Veniva usata come rimedio per ematomi, contusioni e geloni, e come stimolante e diaforetico.
I fiori di arnica erano di uso più comune, in tintura idroalcolica (Fluckiger & Hanbury 1885).
E' ancora ampiamente utilizzata internamente a livello omeopatico, ma nel passato fu utilizzata internamente anche a dosaggi più affini alla fitoterapia (anche se sempre piuttosto bassi), prima che ci si rendesse conto dei potenziali tossici.
In particolare, venne utilizzata dai Fisiomedicalisti dell'inizio secolo negli USA come stimolante specifico del sistema nervoso centrale, in situazioni di debilitazione respiratoria, stadi avanzati di malattia, perdita di controllo degli sfinteri urinario ed anale, sensazione di malessere muscolare generalizzato.
Ancora oggi negli Stati Uniti viene utilizzata internamente a grandi diluizioni (20 gocce in ½ litro di acqua) e a breve termine per aiutare il recupero da contusioni, ematomi o da tossi croniche, ma la pratica non è sicura!


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