Baptisia

Baptisia tinctoria R Br.

Etnobotanica

I nativi americani della tribù dei Creek bollivano le radici di Baptisia in acqua e somministravano il decotto internamente ed esternamente ai bambini stanchi e debilitati, apparentemente sul punto di ammalarsi. I Mohegans (moicani) ricavavano una poltiglia dalla radice macerata in acqua e la utilizzavano per bagnare tagli e ferite.
I coloni americani la applicavano alle piaghe, ulcere ed eczemi per le sue proprietà astringenti e antisettiche ed internamente per scarlattina e tifo.
Ellingwood dà come indicazioni: “una colorazione scura della lingua e delle mucose; un viso violaceo e congestionato, come qualcuno che sia stato esposto per molto tempo al freddo, ... feci scure ... e fetide; in generale secrezioni putride”.
Scudder, riconoscendo l’indicazione popolare che vuole Baptisia uno specifico per il mal di gola, specifica che essa è particolarmente indicata per le “condizioni di circolazione capillare indebolita e tendenza all’ulcerazione”, cioé dove vi sia “atonia con tendenza alla morte molecolare e alla decomposizione”. Definisce il rimedio un antisettico e uno stimolante, utile sia esternamente come gargarismo o sciaquo che internamente per tutte le condizioni di gonfiore e debolezza delle mucose, con colorazione bluastra; in particolare essa viene indicata per la febbre tifoidea e la scarlattina. Ricorda, invece, come esso non sia un rimedio per condizioni di infiammazione acuta.
Felter dà come indicazioni specifiche: congestione dei tessuti con colorazione scura, carica, violacea o livida; tendenza all’ulcerazione e alla cancrena; sepsi con circolazione indebolita; perdite fetide con atonia; feci come “succo di prugne” o fetide e liquide; viso gonfio, bluastro come di chi è rimasto molto al freddo; condizioni tifoidee.


Glossario