Camomilla comune

Matricaria chamomilla auct.

Farmacologia

    Conclusioni

    Questa piccola analisi della ricerca farmacologica sull'attività della Camomilla non fa che rinforzare la convinzione che le piante medicinali svolgano la loro azione in maniera complessa e non facilmente classificabile con categorie analitiche e che esse vadano utilizzate nella loro interezza, con buona pace degli adepti della standardizzazione.


    Costituenti Classe Attività
    camazulene azulene ciclico Antiflogistico, analgesico
    antiossidante, inibitore
    5-LOX, antimicrobico.

    (-)-a-bisabololo sesquiterpene ciclico Antiflogistico, antispasm.,
    vulnerario (antiulcera),
    antimicrobico.

    (-)-a-bisabololo
    ossido sesquit. ciclico isomerico Antiflogistico, antispasm.

    spiroetere poliina Forte antispasmodico,
    antistaminico.

    crisofenina flavonoide alchilato Antiflogistico, antispasm.

    crisofenolo flavonoide alchilato Antiflogistico, antispasm.

    luteolina flavone Antiflogistico, inibitore
    ac. arachidonico.

    apigenina flavone Antiflogistico, antistaminico,
    antiossidante, antispasm.

  • Antimicrobica

    Una azione di Matricaria scoperta recentemente è quella antinfettiva. La ricerca ci dice che CMZ e ABB svolgono attività antimicrobica ((Williamson & Evans 1989), mentre l'umbelliferone ha effetto fungistatico (Leung 1980) e l'AP, secondo Harborne e Baxter (1993), è antibatterica.
    Da notare poi l'effetto immunomodulatore della frazione polisaccaridica, con attivazione di macrofagi e linfociti B (Wagner 1985).
    L'azulene sembra responsabile dell'azione battericida contro infezioni di Staphylococcus e Streptococcus: l'olio estratto da 0,1 g di fiori è stato capace in 2 ore di distruggere 3 volte la quantità di tossine di Staphylococcus (Weiss 1996). Comunque, l'estratto totale è sia antibatterico che antifungino (Deans & Ritchie 1987; Lis-Balchin et al 1994).

  • Antinfiammatoria

    I risultati della ricerca ci mostrano che è difficile attribuire l'attività antinfiammatoria a composti specifici, anche se i composti presenti nell'olio essenziale (ABB e i suoi ossidi, CMZ, matricina e gli spiroeteri) sembrano essere i più importanti.
    I flavonoidi in genere hanno dimostrato attività antiinfiammatoria in modelli animali (Williamson & Evans 1989).
    Matricina e ABB hanno mostrato, sul ratto, attività antiflogistica ed analgesica praticamente uguale dopo assunzione per os, mentre CMZ, guaiazulene e gli ossidi dell' ABB hanno mostrato minor efficacia (Horman & Korting 1994; Jakovlev et al 1979; Jakovlev et al 1983). Il meccanismo della loro attività antiflogistica non è stato elucidato ma si presume (Safayhi et al 1994) che i derivati dell'azulene possiedano attività antistaminica e antiserotoninica, che inibiscano l'attività della ialuronidase e blocchino il rilascio di serotonina (Evans 1989).
    Safayhi e collaboratori (1994) hanno avanzato l'ipotesi che il CMZ contribuisca all'attività antinfiammatoria delle preparazioni di Matricaria in generale sia attraverso l'inibizione della sintesi dei leucotrieni sia grazie alla sua attività antiossidante. Il meccanismo ipotizzato è l’inibizione della 5-LOX.
    L'esperimento di Miller e collaboratori (1986) ha mostrato come il CMZ, l'ABB e l'en-in-dicicloetere non abbiano alcun effetto sulla degranulazione mastocitaria. In effetti, a concentrazioni più alte di 10e-5 M, il CMZ e l'ABB hanno stimolato il rilascio di istamina. L'en-in-dicicloetere ha mostrato un effetto moderatamente stimolante a concentrazioni minori di 10e-4 M, e un effetto fortemente inibitorio sul rilascio di istamina a concentrazioni superiori.
    Gli autori hanno supposto che alte concentrazioni di CMZ e ABB causino citolisi e che l'en-in-dicicloetere interagisca con processi connessi all'esocitosi.
    Molto interessante è anche il fatto che l'ABB naturale, di conformazione levogira, sia risultato più efficace della soluzione racemica sintetica nell'influenzare la guarigione di bruciature e nell'abbassare la temperatura del derma dopo esposizione a raggi UV (Isaac 1979; Williamson & Evans 1989).
    Tubaro e collaboratori (1984) hanno mostrato come anche un estratto totale della pianta (estr. idroalcolico) avesse un effetto antiflogistico. L'attività dell'estratto è stata del 23% su una infiammazione locale, comparata al 27% per la benzidamina (utilizzata però al doppio del dosaggio normale), mentre l'idrocortisone ha una efficacia del 56%.
    Della Loggia e collaboratori (1986) hanno investigato le relative attività antinfiammatorie delle due frazioni (lipofilica ed idrosolubile) su infiammazione locale. Il risultato è stato che la frazione idrosolubile (il 24% del tot) si è dimostrata molto più efficace (il doppio) della frazione lipofilica (il 7%). Di questa frazione i flavonoidi, ed in particolare la AP e la luteolina, sono ritenuti i composti più attivi (Tubaro et al 1984).
    Il meccanismo per i due sembra diverso: la AP sembra inibisca il rilascio di istamina, mentre la luteolina agisce direttamente al livello del percorso dell'acido arachidonico, inibendolo. A differenza di CMZ, sia AP che quercetina hanno ridotto il rilascio di istamina da basofili stimolati da antigene (Middleton & Drzewiecki 1982).
    I flavonoidi possiedono inoltre ottime proprietà antiossidanti, con la quercetina più attiva della AP (Busse et al 1984). Hormann e Korting (1994) riportano che l'efficacia di una crema ad estratto totale di Camomilla è stata paragonabile all'idrocortisone su infiammazioni locali.

  • Antispasmodica

    Tutta la pianta è spasmolitica in vitro, inibendo l'effetto di istamina, acetilcolina e bradichinina (Lis-Balchin et al 1994; Mills 1991). Responsabili di questa attività sono entrambe le frazioni: l'ABB ha attività antispasmodica paragonabile alla papaverina, mentre i suoi ossidi soltanto la metà (Achterrath-Tuckermann et al 1980). Il cis-spiroetere è però 10 volte più attivo della papaverina (Redaelli et al 1981), mentre la AP e la antemidina 3 volte tanto (Achterrath-Tuckermann et al 1980; British Herbal Medicine Association 1983; Mills 1991), con effetto particolarmente spiccato sulla muscolatura liscia (Harborne & Baxter 1993; Mills 1991).

  • Carminativa

    L'effetto carminativo è sicuramente legato a quello spasmolitico, ma non sono secondari il potere antibatterico e quello antitossico.

  • Rilassante (e sedativa)

    Le tradizionali proprietà rilassanti e leggermente sedative della Camomilla si riflettono nella attività ipotensiva e spasmolitica della AP (Harborne & Baxter 1993), e nella azione diretta sul SNC della frazione lipofilica (l'olio essenziale ) (Manley 1993; Torri et al 1988).

  • Vulneraria

    Un'altra delle attività importanti di questa pianta è quella vulneraria, sia a livello epidermico che a livello gastrico. Questa azione è in gran parte spiegabile con le già menzionate attività antiinfiammatoria, antiossidante e immunomodulante. In particolare sembra che l’ABB possieda una specifica attività antiulcera legata alla sintesi locale di PGE, con una aumentata produzione di muco a livello gastrico, e che promuova la granulazione e la rigenerazione cellulare (Szelenyi et al 1979; Weiss 1996).


Glossario