Carciofo

Cynara cardunculus L.

Farmacologia

    Introduzione

    I primi studi sugli effetti terapeutici del Carciofo sono stati condotti tra gli anni ‘30 e ‘50 in Italia e Francia, e nonostante i vari problemi di identificazione dei composti attivi hanno dimostrato l’azione coleretica e diuretica (con aumento dell’escrezione dell’urea e di altri composti azotati) della pianta. Furono anche confermate delle proprietà epatoprotettive.
    Anche se il composto più utilizzato è la cinarina, è probabile che tutto il complesso degli acidi dicaffeoilchininici sia responsabile per l’attività degli estratti.

    Altre azioni

    Alcuni dei derivati dell’acido dicaffeoilchininico sono antinfiammatori in modell animali.
    La cinarina è diuretica.

  • Antidispeptica

    In due studi aperti di postmarketing sono stati ottenuti risultati eccellenti nel trattamento della dispepsia funzionale. Nel primo, pazienti con nausea, costipazione, dispepsia e disfunzioni della cistifellea sono stati trattati con un estratto standardizzato di Carciofo (equivalente a 7 g di foglia al giorno per 6 settimane), con miglioramento del 95% per nausea e vomito, dell’85% per la nausea, del 75% per dolori addominali e del 25% per dolori crampiformi al lato destro dell’addome. Notata anche una riduzione della flatulenza e del livello di colesterolo totale ematico.

  • Coleretica

    Studi preliminari
    La maggior parte degli esperimenti è stata condotta su modelli animali usando cinarina in iniezioni endovena o intraperitoneali, con aumento dell’escrezione di colesterolo e di materia solida nella bile.
    Più recentemente un estratto totale di Carciofo e un estratto purificato hanno dimostrato un effetto coleretico dopo somministrazione intraperitoneale su ratti.
    Uno studio in vitro ha confermato un aumento della secrezione di bile da parte di cellule epatiche in coltura e fegato isolato dopo l’aggiunta di un estratto di Carciofo.
    La cinarina ha causato l’aumento dell’escrezione di acidi biliari nelle feci in 7 soggetti sani e 4 pazienti con fegato grasso.
    Un altro studio su 24 soggetti ha dimostrato una stimolazione della coleresi.
    Studi clinici
    Uno studio aperto su 198 pazienti con fistola biliare ha mostrato che l’estratto di Cynara è coleretico, colagogo e porta ad un miglioramento clinico dei pazienti.
    L’iniezione di estratto per via intraduodenale su 20 soggetti sani, in uno studio clinico multicentro, incrociato, randomizzato, in doppio cieco contro placebo ha causato un aumento del flusso di bile nel duodeno, con effetto massimo dopo 1 ora e durata dell’effetto per più di 3 ore.
    In un altro studio randomizzato, in doppio cieco e contro placebo, su 60 pazienti con dispepsia non ulcerosa, è stata usata una formula contenente Cynara 50%, Peumus boldo 30% e Celidonia 20%. Sono stati notati buoni miglioramenti della sintomatologia e un aumento della coleresi.

  • Epatoprotettiva

    Studi in vitro e su animali
    L’effetto epatoprotettivo contro le tossine esogene è stato dimostrato per vari composti, come cinarina, luteolina, acido clorogenico, acido caffeico e luteolin-7-o-glicoside, e per l’estratto completo.
    La cinarina protegge le cellule epatiche isolate dall’effetto della galattosamina ed è più efficace della silibina, anche se contro il tetracloruro di carbonio è meno efficace della silibina.
    L’acido caffeico è meno attivo della cinarina ma è anch’esso attivo contro il danno da CCl4.
    L’effetto epatoprotettivo è dovuto ad una attività antiossidante dimostrato da cinarina, acido clorogenico ma anche dagli estratti acquosi e dall’estratto totale.
    In modelli animali, l’assunzione orale di estratto acquoso di Cynara ha stimolato la rigenerazione e la riparazione del tessuto epatico. Per questa azione le foglie sono più attive delle radici.

  • Ipolipidemizzante

    Studi in vitro e su animali
    In modelli animali, la somministrazione orale della cinarina con etanolo ha ridotto i livelli ematici ed epatici di colesterolo e di trigliceridi.
    L’estratto di Cynara iniettato in animali iperlipidemici ha ridotto il colesterolo ematico, e somministrato per via orale a ratti cibati ad etanolo ha avuto lo stesso effetto.
    La formazione di placche aterosclerotiche in ratti nutriti con dieta aterogenica è diminuita dopo la somministrazione di estratto di Carciofo.
    Il meccanismo di inibizione sembra essere duale: inibizione della biosintesi del colesterolo e inibizione dell’ossidazione del colesterolo LDL. La luteolina sembra inibire l’incorporazione dell’acetato a livello degli epatociti e può quindi giocare un ruolo importante.
    L’importanza della cinarina per questa azione è dimostrata dalla quantità di studi clinici che hanno utilizzato questa molecola con effetti ipolipidemici.


Glossario