Cardo mariano

Silybum marianum (L.) Gaertn

Utilizzo

Utilizzi vari

Il Cardo mariano viene considerato tradizionalmente come un tonico epatico, che aumenta le secrezioni e il flusso di bile dal fegato e dalla cistifellea, ma altre azioni tradizionalmente associate ad esso sono: galattogoga, colagoga e coleretica, epato-ristorativa, demulcente. La sua azione tonica sul fegato si estende oltre all’effetto puramente stimolante. Il Cardo mariano è infatti il principale rimedio epato-protettivo e ristorativo. Esistono altre piante con attività epatoprotettiva, come Cynara scolymus ad esempio, ma Silybum è il più efficace.

Parte importante della terapia dell'epatite A (ed anche B e C) ed itterizia, ed in ogni situazione nella quale il fegato sia sotto stress (infezioni, alcol, chemioterapia, ad esempio per il trattamento dei tumori). In questo ultimo caso il Silybum ridurrà il danno potenziale al fegato ed aiuterà a recuperare dagli effetti collaterali alla fine del trattamento. Tradizionalmente il Cardo mariano era usato per aumentare la produzione di latte materno, per trattare problemi epatici e del dotto biliare e veniva mangiato come tonico primaverile, come regime purificante generale dopo i mesi invernali privi di vegetali freschi. I fiori possono essere bolliti e mangiati come carciofi.

Sempre per la sua azione epatica entra in moltissime ricette depurative e antiinfiammatorie, per problemi di pelle come eczema e psoriasi. Il suo contributo è sia diretto come antinfiammatorio che indiretto come supportivo dell’azione del fegato.


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