Celidonia

Chelidonium majus L.

Farmacologia

  • Antimicrobica

    Studi in vitro suggeriscono che la Chelidonium possiede una certa attività antimicrobica contro G positivi (S. aureus, Streptococcus spp) e antimicotica contro Candida albicans. Esercita inoltre un’azione antivirale in vitro contro Adenovirus tipo 12 e 15 e HV tipo 1, probabilmente dovuta ad un alcaloide del gruppo benzofenatidrina. Alcaloidi isolati dalla Celidonia (celeritrina e sanguinarina) hanno una azione antiprotozoica (Trichomonas vaginalis) e antimicotica (Trichophyton spp) in vitro.
    Degli estratti di pianta secca raccolta a tardo luglio o nel primo settembre sono stati comparati per l'attività antimicotica. Entrambi hanno mostrato una buona attività, ma solo l'estratto di pianta raccolta in luglio si è dimostrato efficace contro la Candida albicans.

  • Antinfiammatoria

    La sanguinarina e la celeritrina sono risultati antiinfiammatori al test della carragenina e sono dei potenti inibitori della 5-LOX e della 12-LOX, mentre l'estratto di Celidonia è un inibitore della 5-LOX, quasi sicuramente mediante un meccanismo di inibizione enzimatica specifica piuttosto che attraverso un meccanismo redox generico.

  • Antiproliferativa

    L'estratto di Celidonia (ed in particolare la sanguinarina in esso) inibisce la proliferazione dei cheratociti umani, probabilmente attraverso l'inibizione di mediatori infiammatori come leucotriene B4 e 12(S)-HETE.
    Un estratto alcolico è stato usato per trattare papillomi, condilomi e noduli, applicato ogni giorno per 2-3 settimane, fino alla completa risoluzione. Ma la risoluzione è stata ottenuta solo con un numero altissimo di applicazioni giornaliere, assolutamente non praticabile nella quotidianetà (fino a 200 volte al gorno!)

  • Antispasmodica

    La coptisina, l'acido caffeolmalico e l'estratto di Celidonia sono dei deboli antagonisti della contrazione indotta in vitro nell'ileo di ratto.
    La celidonina è antispasmodica ed abbassa la pressione arteriosa. Un trial clinico in Germania ha dimostrato la sua efficacia come antispasmodico nel trattamento di crampi del tratto gastrointestinale e del dotto biliare.

    Studi clinici su attività colagoga e spasmolitica.
    Un estratto di Celidonia (3 ml/die) è risultato da buono a molto buono nel trattamento di colangite, colelitiasi e colecistite senza calcoli. Uno studio clinico su 28 pazienti con Celidonia, Cardo mariano e Curcuma ha mostrato un aumento significativo di flusso biliare e secrezioni pancreatiche. Un estratto standardizzato a dosaggio elevato somministrato per 3 mesi su 608 pazienti ha dato ottimi risultati su sintomi di dolore crampiforme del tratto gastrointestinale e dei dotti biliari.

  • Antitumorale

    L'estratto metanolico purificato idrosolubile di Celidonia ha mostrato attività inibitoria dei tumori con relativa assenza di effetti collaterali citotossici. Tutti gli altri estratti si sono dimostrati o inefficaci (estratto acquoso) o responsabili di effetti collaterali più pesanti (estratto alcolico non purificato). I ratti pretrattati con un carcinogeno e in seguito con estratto di Celidonia hanno sviluppato meno tumori allo stomaco dei ratti non trattati con Celidonia.

  • Coleretica

    L'azione coleretica della Celidonia sembra incrementare la secrezione di bile ma non l'output totale di acidi biliari, cioé incoraggia un flusso più diluito di bile. L'effetto non è imputabile a nessuno dei composti ma all'azione additiva del fitocomplesso.

  • Effetto su problemi respiratori

    Uno sciroppo di Celidonia è stato somministrato a pazienti sofferenti di bronchite cronica semplice o asmatiforme, in dosi comparabili a 15 g/die. La cura ha avuto successo nell'80% dei casi, con migliori risultati nei casi di bronchite semplice.
    Un decotto o uno sciroppo è stato usato per trattare la pertosse nei bambini, con i seguenti dosaggi giornalieri per 8-10 giorni:
    < 6 mesi: 5-8 ml;
    6-12 mesi: 8-10 ml;
    1-3 anni: 10-15 ml;
    3-6 anni: 5-20 ml;
    > 6 anni: 20-30 ml.

    Su 500 casi, 355 si sono risolti e 116 sono migliorati.

  • Epatoprotettiva

    La tintura da pianta secca è in grado di ridurre le lesioni epatiche ed abbassare i livelli di enzimi epatici e di bilirubina causati da tetracloruro di carbonio in modelli animali. Gli animali trattati hanno mostrato una riduzione della necrosi cellulare e una riduzione del fattore stimolante i fibroblasti. D'altro canto l'utilizzo della pianta negli esseri umani ha portato ad alcuni casi di epatotossicità, per cui è per lo meno dubbia la possibilità di usare la pianta in caso di patologie epatiche.


Glossario