Echinacea purpurea

Echinacea purpurea (L.) Moensch

Cautele

Può indurre una reattività crociata che risulta in dermatite da contatto o altri effetti allergici, probabilmente a causa del conteuto in lattoni sesquiterpenici. La sensibilizzazione a questa specie può risultare in sensibilità alle altre specie delle Asteraceae.

La commissione E riporta come controindicazioni malattie sistemiche progressive come la tubercolosi, la leucosi, la collagenosi e la sclerosi multipla, HIV e AIDS.
Queste indicazioni sono meramente speculative, dato che estendono risultati in vitro a soggetti umani reali; bisogna ricordare che non esistono casi riportati in letteratura nei quali la somministrazione di Echinacea abbia portato al peggioramento delle condizioni succitate.
Il ragionamento alla base di queste indicazioni sembra essere che se una malattia è dovuta ad una iperattività del sistema immunitario si deve evitare una ulteriore stimolazione. Come si vedrà, la categorizzazione dell'Echinacea come immunostimolante non è precisa, e la complessità del sistema immunitario non garantisce generalizzazioni così spinte.

AUTOIMMUNITA'
Non esiste nessun dato clinico o di base negativo sull'utilizzo della pianta in malattie autoimmuni. Al contrario, l'esperienza pluridecennale dei fitoterapeuti con pazienti autoimmuni è che la pianta sia di particolare utilità in questi casi. Le nuove teorie sull'autoimmunità come problema di squilibrio piuttosto che di ipereattività del sistema immuntario, e sull'importanza di eventuali infezioni subcroniche come fonti di fenomeni di molecular-mimicry danno ragione a questa pratica: l'echinacea diventa infatti un fattore importante di riduzione del carico patogeno. In particolare esistono casi clinici documentati sull'utilizzo della pianta in caso di Lupus eritematoso (Bergner 1990), CLL (McLeod 1996) e AR (Bergner 1997)

TUBERCOLOSI
Anche in questo caso i dati clinici non confermano questa limitazione, al contrario la tubercolosi era una delle patologie trattate con Echinacea dagli Eclettici. Moderni report clinici supportano questo utilizzo (Von Unruh 1915; Heesen & Schroeder 1960; Heesen 1964)
Bergner suggerisce che l'utilizzo non sia vietato in linea di principio, ma che sia necessario utilizzare molta cautela; l'utilizzo per alcune settimane per mantenere l'infezione sotto controllo non ha particolari controindicazioni, ma l'utilizzo a lungo termine deve essere limitato e sotto stretto monitoraggio medico.

LEUCEMIA
Di nuovo nessun dato in letteratura. Controindicazione che nasce dall'ipotesi che ogni intervento a livello del sistema immunitario sia comunque negativo. Caso clinico di trattamento di CLL (McLeod 1996).

ASMA
Recentemente è stata avanzata l'ipotesi che Echinacea sia controindicata in pazienti asmatici poiché stimolerebbe la secrezione di TNF-a, un fattore implicato nei processi infiammatori nei soggetti asmatici. Questa ipotesi si basa su una interpretazione sbagliata dei dati scientifici. In realtà l'aumento di secrezione di TNF-a fu causato da test in vitro e iniezioni su modelli animali di polisaccaridi purificati ottenuti da colture tessutali in laboratorio, e non da estratto di echinacea. Questo risultato indica semmai che le iniezioni di polisaccaridi sono potenzialmente pericolose in soggetti asmatici. Al contrario, i test su utilizzo orale di Echinacea non mostrano alcun effetto sui livelli di TNF-a. L'esperienza contemporanea dei fitoterapeuti indica invece l'echinacea come una pianta importante nella strategia terapeutica a lungo termine in casi di asma, soprattutto perché riduce le recidive di infezioni virali, che come si sa sono fattori esacerbanti nell'asma.

AIDS
Nemmeno in questo caso esistono dati rilevanti, e la controindicazione si basa su inferenze teoriche.
1. Declino dei livelli di T4. Uno degli argomenti contro l'utilizzo della pianta in pazienti in HIV/AIDS si basa su uno studio che riportava un declino dei livelli di T4 e livelli di T8 inalterati. Dato che il rapporto T4/T8 risulta diminuito in paziento in HIV/AIDS, questa sembrava u effetto indesiderabile. Ma il dato si riferiva ad iniezioni giornaliere di Echinacin, non di utilizzo orale. I dati sull'utilizzo orale evidenziano invece un aumento della immunità cellulare a lungo termine, e mostrano che il trattamento è più efficace per i pazienti con rapporto T4/T8 già basso. Non vi è quindi alcun dato che supporti il divieto di utilizzo di Echinacea per via orale.

2. Stimolazione del Tumor Necrosis Factor. Il secondo argomento si basa sulla supposta stimolazione di TNF-a e sulla ipotesi che un innalzamento dei livelli di TNF-a sia associato ad una aumentata replicazione di HIV-1 come ad un aumento della cachessia. Come si è visto più sopra, questo dato è inesatto e si riferisce ad iniezioni di polisaccaridi su modelli animali ed in vitro. Per di più il legame tra TNF e replicazione di HIV-1 non è stato provato e alla luce delle nuove teorie sulla dinamicità del processo infettivo è probabilmente irrilevante in vivo.

3. AIDS e autoimmunità. Fino a qualche anno fa la teoria corrente era che dopo l'iniziale infezione con sintomi di tipo influenzale, il virus ed il sistema immunitario andassero ad una situazione di quasi stallo, con la graduale distruzione delle cellule immunitarie da attribuire ad un effetto autoimmune (effetto 'bystander'). Da qui l'ipotesi che una sostanza che attivasse il sistema immunitario potesse attivare virus latenti e peggiorare il processo patologico, oppure che una stimolazione del sistema immunitario scatenasse la reazione autoimmune. Queste ipotesi sono però desuete alla luce dei nuovi dati emersi a partire dallo studio di Wei (1995) E' ormai chiaro che il processo è molto dinamico, e che le cellule vengono distrutte direttamente dal virus. Echinacea quindi può essere un rimedio di utilità nell'aumentare la sorveglianza immunologica, con possibile miglior clearance di ceppi virali mutanti e con attività preventiva per infezioni opportunistuche.


USO A LUNGO TERMINE
Anche in quest'ultimo caso no esistono dati clinici, tutt'altro, tutte le informazioni sull'utilizzo tradizionale, moderno e contemporaneo non fanno che sottolineare l'utilità dell'echinacea in trattamenti a lungo termine.
Uso tradizionale: il gruppo di terapeuti che di più ha utilizzato e studiato questo rimedio nel passato sono stati gli Eclettici. Una corsa alle loro indicazioni per l'utilizzo ci mostra come essi la utilzzassero molto spesso per condizioni a lungo termine: tunori, mastiti croniche, ulcerazioni croniche, ascessi tubercolari, indurimenti ghiandolari cronici e sifilide. Anche la ricerca moderna non supporta limitazioni per il lungo periodo. Uno studio spedsso citato per dichiarare il pericolo di immunosoppressione a lungo termine è Jurcic. In realtà questo studio mostra proprio il conmtrario, cioè che l'Echinacea stimola la fagocitosi e che la sua azione persiste anche dopo la fine della somministrazione.
Bisogna inoltrer sottolineare come altre fonti importanti non citino nessuna controindicazione: si veda ad esempio Weiss, la BHP e il BHC, Leung & Foster.

EFFETTI COLLATERALI
Effetti collaterali minori sono stati notati da soggetti sani in un test con echinacea per via orale a diversi dosaggi.
1. Alcuni casi di sensazione di leggera nausea a seguito di ingestione di dosi elevate (780 mg), con eruttazione di gas dall'odore di echinacea.
2. Alcuni casi di gonfiore di pancia e ipersalivazione a dosaggi compresi tra i 650 e i 975 mg; i sintomi furono alleviati dall'ingestione di cibo e sparirono comunque dopo 48 ore
3. Alcuni casi di effetto leggermente lassativo a dosaggi compresi tra i 500 e i 1000 mg. Anche questi sintomi scomparirono dopo 48 ore, anche per dosaggi più elevati
4. Effetto debolmente diuretico, in particolare poliuria con volumi ridotti; presente a tutti i dosaggi. L'effetto iniziò a declinare dopo due giorni di somministrazione

In tempi più vicini, in un test con Echinacin somministrata per otto settimane furono notati questi effetti collaterali in 11 dei 48 pazienti: nausea, gonfiore intestinale, costipazione, stanchezza, testa pesante, mal di testa
Una metanalisi su tutti i test clinici effettuati sino al 1996 con il compito di notare gli eventuali effetti collaterali ha concluso che in 40 anni l'utilizzo orale di echinacea non ha portato che ad effetti collaterali come sapore sgradevole o leggeri sintomi gastrointestinali.

Bergner (1997) riporta di un possibile effetto collaterale menzionato dagli eclettici e in due aneddoti: problemi articolari. Nonostante questo dato sia non comprovato, l'azione dell'echinacea sull'acido ialuronico potrebbe suggerire un meccanismo d'azione.


Glossario