Farinello aromatico

Chenopodium ambrosioides (L.) A. Gray

Etnobotanica

Farinello aromatico

La pianta ha una storia molto antica. E' stata utilizzata in America centrale, soprattutto in Messico, per secoli, come riportano gli informatori nahuatl di Fra Bernardino de Sahagun nel secolo XVI. Le prime notizie scritte sull'utilizzo medicinale risalgono al 1517, quando il medico Francisco Hernandez la descrive come una pianta aromatica e calda nel terzo grado, utile per la dissenteria, le infiammazioni e l'eliminazione di animali nocivi dal ventre, e talmente utilizzata da essere coltivata in orti medicinali. L'utilizzo come rimedio per le infezioni intestinali rimane quello più frequentemente citato, ma altre azioni riportate sono: sudorifico nelle febbri, diuretico, emmenagogo, bechico, antiflatulento.
Sempre in questi anni l'olio viene raccomandato per problemi di origine nervosa come corea ed isteria, per problemi respiratori, catarro, bronchite, asma, sotto il nome di Herba Sancti Mariae, per la malaria, il colera e la tubercolosi.
Interessante anche l'utilizzo esterno per disordini della pelle e reumatici
Tale fu la sua importanza anche economica che nel 1700 in Spagna le importazioni superarono quelle di té cinese.
Al secolo XIX risalgono le prime analisi chimiche della pianta, la scoperta del ruolo fondamentale dell'olio essenziale per l'azione antielmintica e la scoperta che i semi della variante anthelmintica contengono maggior percentuale di olio essenziale.
Cook (1869) lo consiglia come antispasmodico, vermifugo ed emmenagogo, in casi di elmintiasi, coliche intestinali ed uterine, amenorrea, "soprattutto in caso di polso debole e temperatura bassa" (spesso in congiunzione ad Angelica archangelica). Nel 1890 è presente nella U.S. Pharmacopoeia.

Il XX secolo
Nel 1913 la Farmacopea Nacional esplicita i paramentri per quanto riguarda la qualità farmacognostica della droga ufficiale, nel 1921 vengono studiate le attività paralizzanti dell'ascaridolo sui parassiti intestinali, e viene descritto anche il limonene come componente importante dell'olio essenziale. L'olio essenziale viene considerato il miglior antielmintico del momento.
Ellingwood (1919) lo consiglia come antielmintico per Ascaris, e cita fonti di Singapore e Sumatra (due medici Olandesi, Schuffner e Vervoort, intorno al 1912), dove l'olio sarebbe stato utilizzato per Necator e Ancylostoma, Tenia, Hymenolepsis e Trichuris trichiura (Trichocephalus dispar) sempre con successo, superiore al timolo e senza effetti indesiderati.

(Gupta 1995; Grieve 1984; Caceres 1996; Arvigo e Balick 1993; Castner, Timme e Duke 1998; Erazo, Hart e Cuba 1993)


Glossario