Guanabana

Annona muricata L.

Etnobotanica

Guanabana

Review degli usi tradizionali. (Kokwaro 1993; Grenand, Moretti, Jacquemin 1987; de Feo 1992; de Almeida 1993; Asprey e Thornton 1955; Branch e da Silva 1983; Ruffo, Birnie, Tengnäs 2002)

La guanabana ha una lunga storia d’utilizzo nella fitoterapia tradizionale indigena. Di tutte le indicazioni, quelle più comuni alle varie tradizioni sono relative al tratto gastrointestinale (parassitosi intestinale, diarrea e dissenteria, spasmi gastrointestinali) ed al sistema nervoso
(sedativa, rilassante, analgesica).
Nei tropici tutte le parti dell’albero (corteccia, foglie, radici, frutta e semi) sono utilizzate come fonte di rimedi medicinali. In generale il frutto ed il suo succo sono usati per parassitosi intestinale e come astringenti per diarrea e dissenteria, per abbassare la febbre e per aumentare la montata lattea. I semi sono considerati vermifughi ed antelmintici; le radici, la corteccia e le foglie sono utilizzate in estratti acquosi come sedative, antispasmodiche, ipotensive e “nervine” (aventi in altre parole un particolare tropismo per il sistema nervoso).
Nelle Indie Occidentali i butti e le foglie primaverili sono usate per disordini della colecisti, per tosse e catarro, e per disordini del tratto gastrointestinale.
In Ecuador le foglie sono un rimedio analgesico ed antispasmodico, e sono usate fresche come applicazione topica per disordini cutanei e reumatici.

Nelle Ande peruviane l’infuso delle foglie è considerato un rimedio anticatarro e i semi un rimedio antelmintico. Nella zona amazzonica del Perù la corteccia, le radici e le foglie sono usate per il diabete, come sedativi ed antispasmodici.
In Guyana i gruppi indigeni usano foglie e/o corteccia come infusione sedativa e tonica cardiaca.
Nell’amazzonia brasiliana l’infuso delle foglie è usato per problemi epatici, mentre l’olio delle foglie e dei frutti acerbi, mescolato ad olio d’oliva, è usato esternamente per nevralgie, reumatismi e dolori articolari.

In Giamaica, Haiti ed Indie Occidentali, il frutto e/o il suo succo è usato per febbre, parassiti, come galattogogo e diarrea; la corteccia o le foglie sono considerate antispasmodiche, sedative e calmanti per il cuore, la tosse e l’asma. Vengono anche utilizzate per influenza, parti difficili, astenia ed ipertensione.

In Kenya le tribù dei Luo, degli Acholi e dei Digo usano un decotto di una specie affine (Annona senegalensis) come rimedio per il raffreddore. La resina è utilizzata come vulnerario su ferite ed abrasioni, ed il frutto si usa per dissenteria, diarrea e vomito.
In tutta l’Africa dell’Est la stessa specie (A. senegalensis) ha molteplici utilizzi: la corteccia e le radici si usano come applicazione topica per morsi di serpente; la corteccia si usa per dissenteria e parassiti intestinali; le radici (lavate e bollite con farina di cereali) sono usate dai Nyamwezi per il
trattamento della sterilità e per disturbi gastrointestinali (dispepsia, flatulenza, diarrea). I frutti si utilizzano per diarrea, dissenteria e vomito.


Proprietà ed usi tradizionali principali
Analgesica
Antispasmodica
Astringente e cicatrizzante
Insetticida
Preparatore per il parto e post partum
Sedativa e tranquillizzante per insonnia e
nervosismo
Diarrea
Dispepsia
Dissenteria
Dolori reumatici
Febbre
Influenza e raffreddore
Ipertensione
Micosi cutanee
Parassiti intestinali
Pellagra
Piaghe
Pidocchi dei capelli
Problemi di cistifellea
Problemi renali
Problemi respiratori
Svenimento


Proprietà ed usi tradizionali secondari
Antinfiammatoria
Depurativa
Diuretica
Emetica
Galattogoga
Aborto spontaneo
Asma
Astenia
Foruncoli
Malaria
Nevralgia
Palpitazioni
Problemi dermatologici


Proprietà ed usi tradizionali delle diverse parti della pianta.

Frutto: parassiti intestinali, febbre, scarsezza di latte, diarrea e dissenteria (decotto dei frutti acerbi), diuretico per ematuria, e dolore renale (succo del frutto).

Foglia: sedativa, calmante per soggetti ubriachi (infuso con succo di lime), soporifera (imbottitura del cuscino oppure infuso), rilassante, antispasmodica, ipotensiva, anticatarrale, disordini epatici, febbre, tonico cardiaco, disordini della cistifellea (infuso di foglie e butti primaverili), per
“raffreddare il sangue”, tosse, catarro, diarrea e dissenteria, per aiutare il parto, piedi infiammati e gonfi (compresse bagnate), ferite ed incisioni chirurgiche (foglie masticate), eczema e disordini cutanei (foglie fresche), pidocchi e parassiti della pelle (decotto).

Semi: parassiti intestinali, diabete, pidocchi e altri parassiti della pelle (polvere od olio).

Corteccia foglie e radici: sedative, antispasodiche, ipotensive, rilassanti, toniche cardiache, diabete
(corteccia e radice), antelmintiche (radici), antidoto per avvelenamenti (corteccia della radice), emetiche (tintura idroalcolica dei semi).

Fiori: analgesici, antispasmodici, febbre, catarro, rachitismo, tosse.


Glossario