Zenzero secco

Zingiber officinale Willd. Roscoe (secco)

Farmacologia

    Farmacocinetica

    L'emivita del (6)-gingerolo è stata calcolata in 7.23 minuti, ed il tempo di “total body clearance” in 16.8 ml/min/kg. L'affinità per le proteine del siero è stata del 92.4%. Dato che l'azione farmacologica del gingerolo si mantiene fino a 180 min. dopo la somministrazione, si è supposto che il gingerolo sia sequestrato in maniera irreversibile dai tessuti oppure che sia attivo a concentrazioni molto più basse di quelle previste (Ding et al 1991).

  • Antiaggregante

    Srivastava, in una serie di studi, ha mostrato che lo Zenzero inibisce l'aggregazione piastrinica, agendo a livello del metabolismo dell'acido arachidonico; in particolare, lo Zenzero agisce inibendo la sintesi di tromboxano e di prostaciclina (Kiuchi et al 1992; Srivastava 1984a; 1984b; 1986; 1989). Backon si è concentrato sull’abilità dell'estratto del rizoma di inibire la tromboxano sintetasi e agire come agonista delle prostacicline (Backon 1989); tanto forte è la supposta azione dello Zenzero che Verma e collaboratori (Verma et al 1993) suggeriscono un utilizzo per il recupero di alcolisti e delle complicanze dei danni epatici e Backon discute il suo utilizzo per il recupero da ustioni gravi (Backon 1987c), per il trattamento delle ulcere peptiche (Backon 1987b), come antidepressivo (Backon 1987a), come analgesico in casi di dismenorrea (Backon 1991b) e nel trattamento della malattia di Kawasaki (Backon 1991a). Per lo stesso motivo è stato suggerito che lo Zenzero possa avere effetti indesiderati sul tempo di sanguinamento (Backon 1990). In uno degli studi sopra menzionati sull'utilizzo dello Zenzero come antiemetico, Philips e collaboratori (Phillips et al 1993b) non rilevarono alcuna differenza di sanguinamento intra- o post-operativo tra il gruppo verum (1 g Zenzero) ed il placebo. In due studi separati, Srivastava e collaboratori (Srivastava et al 1989) e Verma e collaboratori (Verma et al 1993) hanno rilevato che dosi di Zenzero 5 g inibiscono in maniera significativa l'aggregazione piastrinica causata da ingestione di pasti grassi (100 g burro al giorno). Di contro, Lumb (Lumb 1994) non ha rilevato alcuna differenza nei parametri di aggregazione (tempo di sanguinamento, conteggio piastrinico, tromboelastografia e aggregometria) tra gruppo verum e placebo dopo la somministrazione di 2 g di Zenzero secco in capsule. La conclusione di Lumb (Lumb 1994) è che l'azione sulla tromboxano sintetasi sia o dose-dipendente o limitata alla droga fresca, e che l'utilizzo di 2 grammi di droga secca a scopo terapeutico non causa disfunzioni piastriniche.
    Questa conclusione sembra convalidata da uno studio recente (Bordia et al 1997) comprendente soggetti sani, pazienti con malattie cardiovascolari e pazienti con diabete mellito non insulino-dipendente (con o senza malattie cardiovascolari) ha analizzato l'effetto sull'aggregazione del sangue dello Zenzero polverizzato. A dosi di 4 g/die per 3 mesi non sono state osservate variazioni dell’aggregazione piastrinica indotta da ADP o da adrenalina, né nell'attività fibrinolitica o nei livelli di fibrinogeno. Di contro, una dose singola di 10 g di zenzero in polvere somministrata ai pazienti sofferenti di malattie cardiovascolari ha ridotto in maniera significativa l'aggregazione piastrinica indotta dai due agonisti.

  • Antiemetica

    Il rizoma fresco e quello secco sopprimono le secrezioni gastriche e sono molto efficaci nel ridurre o prevenire nausea e vomito (Mills 1991; Williamson & Evans 1988) e lo (6)-gingerolo e lo (6)-shogaolo diminuiscono le contrazioni gastriche (Suekawa et al 1984).
    Dei nove studi clinici sull'effetto antiemetico dello Zenzero effettuati sino al 1997, sei sono risultati positivi e tre negativi. Dei tre negativi solo uno era uno studio in cieco.
    Due studi (Bone et al 1990; Phillips et al 1993b) hanno dimostrato che lo Zingiber è più efficace dei trattamenti convenzionali nel ridurre la nausea post-operatoria, mentre un terzo lo valuta interessante per il trattamento della hyperemesis gravidarum (Fischer-Rasmussen et al 1990). Gli altri tre studi (Mowrey & Clayson 1982; Grontved & Hentzer 1986; Grontved et al 1988) si sono concentrati sulla nausea da viaggio; in uno, il rizoma secco polverizzato a dosi di 940 mg bid ha dimostrato di essere superiore al trattamento ortodosso (dimenidrinato 100 mg) nel prevenire i sintomi gastrointestinali della nausea da viaggio (Mowrey & Clayson 1982).
    Dato che in uno di questi studi (Grontved & Hentzer 1986) lo Zenzero ha mostrato di avere un effetto positivo sulla vertigine ma non sul nistagmo, è stato proposto che il meccanismo di azione sia di tipo anticolinergico centrale (mitigando gli impulsi vestibolari verso il SNC). Un secondo studio (Holtmann et al 1989) ha però ritenuto che l'influenza dello Zenzero sia imputabile completamente ad una azione a livello del GIT. Sempre a questo riguardo, non è stato ancora chiarito quale azione abbia lo Zenzero sulla motilità gastrointestinale, se acceleri o no il trasporto intestinale. Lo studio di Phillips e collaboratori (Phillips et al 1993a) ha mostrato che capsule di Zenzero non hanno alcun effetto sullo svuotamento gastrico e che quindi questo non può essere un meccanismo per l'azione antiemetica. L'ipotesi avanzata da scienziati giapponesi (Yamahara et al 1989), che lo Zenzero eserciti la sua azione antiemetica attraverso il blocco dei recettori della serotonina nel tratto digerente (5-HT3 in particolare) non sono supportati da dati clinici su umani.

  • Antinfettiva

    Lo Zenzero non esercita un’azione antinfettiva notevole, è leggermente attivo contro batteri gram-positivi e negativi. Possiede però una notevole attività antirinovirale, soprattutto grazie ai composti tipici del rizoma fresco (Denyer et al 1994).

  • Antinfiammatoria

    Una attività antinfiammatoria (Mascolo et al 1989) ed antipiretica (Mascolo et al 1989, Suekawa et al 1984) comparabile a quella dell'acido acetilsalicilico è stata notata dai ricercatori, senza però una specifica attività analgesica (Mascolo et al 1989). Lo Zenzero è un inibitore doppio del metabolismo dell'acido arachidonico, blocca cioé sia la LOX che la COX (Farnsworth & Bunyapraphatsara 1992; Mascolo et al 1989; Flynn et al 1986), ed in particolare i gingeroli agiscono come inibitori della 5-lipo-ossigenasi, bloccando così la sintesi ed il rilascio di prostaglandine (Kiuchi et al 1992). Srivastava avanza l'ipotesi che sia proprio l'azione su prostaglandine e tromboxano a spiegare l'effetto positivo su pazienti affetti da artrite reumatoide, osteoartrite e mialgia, con riduzione del dolore, miglioramento del range articolare, riduzione del gonfiore e dei problemi mattutini (Srivastava e Mustafa 1989; Srivastava e Mustafa 1992). Mentre i dati su una supposta azione serotonergica sono contraddittori, con alcuni esperimenti positivi (Huang et al 1992; Yamagata et al 1989) ed altri negativi (Marles et al 1992), Mustafa e Srivastava (Mustafa & Srivastava 1990) hanno mostrato che dosi di 1.5-2 g/die riducono decisamente la frequenza degli attacchi di emicrania. I meccanismi proposti sono molti ma l'azione su tromboxano e prostaglandine è probabilmente la più importante.

  • Antipiretica (e termogenica)

    L'osservata azione antipiretica dell'estratto di Zenzero non sorprende vista la sua capacità di inibire la sintesi delle prostaglandine. E' interessante notare che lo Zenzero è ritenuto un rimedio “caldo” e stimolante, utilizzato per le sue proprietà diaforetiche negli stati febbrili. Alcune teorie sono state avanzate per spiegare questo effetto:
    1. stimolazione dei recettori termoregolatori (Yamahara et al 1985);
    2. inibizione dell'ipotermia indotta da serotonina, attraverso azione serotonino-agonista (Huang et al 1990);
    3. stimolazione della secrezione di citochine con effetto pirogenico (Chang et al 1995).

  • Antiulcera

    Nonostante sia uno stimolante gastrico, lo Zenzero è utilizzato tradizionalmente per il trattamento delle ulcere peptiche (Chang & But 1986). Mancano dati clinici su umani per discutere seriamente di questo utilizzo; Chang e But (Wei 1986) riportano esempi di miglioramento in casi di ulcere gastriche e duodenali, ma i pazienti tendono a peggiorare una volta terminata la terapia. Alte dosi di Zenzero fresco (> 6 g) hanno causato un aumento della esfoliazione dell'epitelio gastrico (Desai et al 1990). Tutti gli altri dati sono su modelli animali.

  • Cardiovascolare

    Degli effetti sul meccanismo piastrinico si è già scritto sopra.
    Lo Zenzero è notoriamente uno stimolante circolatorio. Molti dei composti presenti nello Zenzero possiedono un effetto localmente irritante delle mucose e Mills (1991) sostiene che la stimolazione vascolare che segue la somministrazione di Zenzero sia dovuta ad una azione diretta sulle meta-arteriole o di riflesso attraverso recettori sensoriali; è infatti stato notato che lo Zenzero possiede un’attività ipertensiva transitoria quando viene masticato senza venire ingerito (Wei 1986). L'estratto metanolico di Zenzero fresco e il (6)-gingerolo potenziano in maniera significativa le contrazioni delle vene mesenteriche causate da PGF2a, mentre l'estratto metanolico di Zenzero trattato (trattato al vapore prima dell'essiccazione) ed il (6)-shogaolo inibiscono fortemente le contrazioni delle vene mesenteriche causate da PGF2a (Pancho et al 1989).

  • Digestiva

    Secondo studi cinesi, il decotto di Zenzero fresco produce una azione stimolante sulle secrezioni gastriche e aumenta la biodisponibilità degli altri farmaci promuovendo l'assorbimento o proteggendoli dal metabolismo epatico (Chang & But 1986). La semplice masticazione di radice di Zenzero cristallizzato ha un profondo effetto sulla quantità e qualità della saliva, con una elevata attività della amilasi (Blumberger & Glatzel 1965).

  • Epatoprotettiva

    Gingeroli e shogaoli sono epatoprotettivi, i gingeroli più degli shogaoli.


Glossario