Cumino di Malta

Cuminum cyminum L.

Etnobotanica

Viene citato sia nei testi biblici (Isaia XXVIII, 25, 27; Matteo XXIII, 23), nel Corpus Hippocraticus e da Dioscoride; secondo quest'ultoimo veniva coltivato nell'Italia meridionale e sulle coste dell'Asia minore.
Secondo Plinio il Cumino era usato sia come condimento che a livello medicinale dagli antichi, che lo assumevano a questo scopo con pane, acqua o vino, ed era considerato uno dei migliori condimenti.
I frutti venivano anche fumati e si dice causassero a volte un pallore del viso, dalla qual evenienza discende l'espressione di Orazio exsangue cuminum.
Fino al 13° e 14° secolo era una delle spezie più comuni in Europa: nel monastero di Corbie in Normandia venivano usate "150 libbre per annuum" (Pardessus: Diplomata … (Paris 1849) p309) nel 716 AD. Nel Liber Albus il cumino era sottoposto a tassa reale (1419) e a Londra nel 1453 era di uso e consumo comune nelel drogherie (Munimenta Gildhallae Londonensis - Ed Riley I (1859) p224). Venne poi a poco a poco sostituita dal Carvi che ha un sapore più gradevole. E’ però ancora usato in India dove è parte dei mix per la preparazione del curry.

E’ uno stimolante, antispasmodico e carminativo. Veniva considerato il miglior carminativo dagli antichi fitoterapeuti, superiore a Finocchio e Carvi, ma a causa del suo sapore non gradito a tutti è sempre di più usato in veterinaria.

Le indicazioni più comuni nell’uso del Cumino erano flatulenza, digestione lenta, coliche e mal di testa con dispepsia. Era anche usato da solo o in combinazione per linimenti stimolanti e rubefacenti.


Glossario