Biancospino

Crataegus monogyna Jacq.; Crataegus laevigata (Poir.) DC.

Farmacologia

    Farmacodinamica: introduzione

    In sommario, gli effetti farmacologici suggeriti dalla ricerca in vitro ed in vivo sono:
    1. Effetto inotropico positico cAMP indipendente
    2. Vasodilatazione periferica e coronarica
    3. Protezione dalle aritmie ventricolari indotte dall'ischemia.
    4. Proprietà antiossidanti
    5. Effetti antinfiammatori

    Senza voler ridurre tutta le proprietà dell'estratto di Crataegus ai suoi componenti, è indubbio che buona parte della sua azione di tipo cardiovascolare e antiossidante dipenda dal suo contenuto in flavonoidi ed in particolare di OPC. Esamineremo di seguito la recente letteratura sulle attività farmacologiche dei componenti presenti nell'estratto di Biancospino, e quindi l'azione degli estratti stessi.

    Farmacocinetica

    Dei componenti attivi in Crataegus, i flavonoli e le loro glicosidi sono i meno biodisponibili e il loro assorbimento a livello intestinale è minimo. Gli OPC sono invece altamente biodisponibili; vengono assorbiti velocemente a livello intestinale, raggiungono il massimo livello ematico dopo 45 minuti e la loro emivita è di 5 ore; si concentrano a livello del miocardio (Steinegger & Hansel 1988).

  • Antinfiammatoria (antiossidante e stabilizzante del collagene)

    A) Attività dei costituenti
    Flavonoidi e OPC (in particolare il dimero B-2) mostrano buona attività antiossidante (Rakotoarison et al 1997; Masquelier 1987). Essi inibiscono la 3'-5'-cAMP fosfodiesterase (Schussler et al 1991). Il risultato è un aumento del rapporto cAMP/cGMP; questo aumento porta all'inibizione del rilascio di sostanze vasoattive come l'istamina cellulare (Amella et al 1985). I flavonoidi agiscono anche chelando gli ioni Ca, bloccandone l'entrata nei mastociti e impedendone la conseguente degranulazione (Amella et al 1985). Queste due azioni combinate spiegano l'azione antiinfiammatoria di Crataegus (ed in particolare della quercetina), azione che riduce le lesioni alle pareti dei vasi sanguigni ed aiuta nella prevenzione di atero- e arteriosclerosi.
    La cascata del complemento è uno dei vari meccanismi che possono portare ad un danno vascolare; i flavonoidi e gli OPC prevengono il danno alle pareti vascolari anche attraverso un meccanismo anticomplementare. In uno studio di Shahat (Shahat et al 1995), la O-glicoside rutina è risultata la più attiva, la quercetina era meno attiva mentre le C-glicosidi (come la vitexina) non hanno mostrato attività (a parte una minima attività di ramnosilvitexina). Degli OPC, proantocianidina A-2 e procianidina C-1 hanno mostrato una forte inibizione del percorso classico (CP) e di quello alternativo (AP), mentre le procianidine B-2 e B-5 erano meno attive sul CP e non attive sull’AP. Il meccanismo responsabile per queste azioni sembra essere quello di una chelazione degli ioni Ca bivalenti (Ca 2+): senza Ca2+ C1n, C1q e C1s non possono essere complessati per formare C1.
    Molti componenti di Crataegus hanno una azione vitamina P-simile, con potenziamento degli effetti della vit. C sulla permeabilità e fragilità capillare e influenza sull'accumulo ed il metabolismo della vit. C (proteggendola da distruzione o ossidazione) (Gabor 1972; Havsteen 1983). Gli acidi fenolcarbossilici agiscono sugli anioni superossidi e sulla lipoperossidazione indotta dai superossidi. L'acido caffeico inibisce la lipoperossidazione da superossidi anionici. Dato che le specie ossidanti attive possono causare ischemia d'organo e/o aterosclerosi e in generale facilitano il processo di invecchiamento, l'importanza dell’attività antiossidante è evidente. Questa attività è legata alla funzione idrossilica dell'acido, alla sua posizione e alla sua natura (Toda et al 1991). I flavonoidi e composti derivati hanno un effetto sulla sintetase prostaglandinica. La quercetina inibisce la 5-LOX e esercita una azione antiaggregante, possibilmente attraverso l'inibizione della formazione di trombossano B2. Di nuovo, questa azione è importante per la prevenzione del danno alle pareti vascolari (Laekman et al 1986). Nonostante non esistano studi diretti, sembrerebbe che gli OPC possiedano attività simile se non superiore a quella dei flavonoidi, vista anche la loro miglior biodisponibilità (Bone 1991/2); uno studio recente ha comunque confermato che i derivati flavanolici, ed in particolare la proantocianidina B2, esercitano azione antiossidante e sono i più efficienti nella frazione polifenolica (Rakotoarison 1997).
    Uno studio di Meunier e collaboratori (Meunier 1982) ha mostrato la capacità degli OPC di Vitis vinifera di inibire enzimi come l'elastase e la protease e quindi di proteggere le pareti vascolari dall'attacco di questi enzimi.
    Sempre a livello dell'epitelio vascolare è importante notare la capacità degli OPC di ridurre il legame del colesterolo plasmatico all'epitelio aortico, diminuendo così la probabilità di formazione di ateromi (Wegrowski et al 1984).
    Uno studio recente ha mostrato che anche i triterpeni svolgono una azione antiinfiammatoria: sono infatti deboli inibitori della fosfolipase A2 e inibiscono l'infiltrazione leucocitaria (Ahumada et al 1997).

    B) Attività degli estratti
    Gli estratti totali di Crataegus mostrano attività molto simili alle loro componenti. Possiedono proprietà antiossidanti, legate al contenuto in fenoli totali, ed in particolare di OPC e flavonoidi (Bone 1991/2). E' stata dimostrata una attività di inibizione della biosintesi di TXA2, per la quale catechina ed epicatechina sono risultate molto importanti (Vibes et al 1994).
    E' stata anche dimostrata una capacità degli estratti di proteggere il miocardio e la membrana cellulare da lesioni e da condizioni di ipossia o anossia, probabilmente proteggendo la pompa Na-K (Al Makdessi et al 1996).

  • Cardiovascolare

    A) Attività dei composti.
    Sia gli OPC che i flavonoidi hanno mostrato di influenzare positivamente il meccanismo cardiovascolare: essi infatti agiscono come vasodilatatori coronarici, aumentando il flusso ematico al miocardio, riducono la pressione arteriosa in soggetti ipertesi (poco effetto su soggetti normotensivi) e aumentano la forza di contrazione del miocardio (Bone 1991/2). La quercetina agisce sul muscolo cardiaco, causando un rilassamento delle contrazioni. Non interferisce con i meccanismi di conduzione (non ha effetti sul potenziale di azione o sulla velocità di conduzione dell'impulso) ma agisce sui meccanismi dell'equilibrio degli ioni Ca a livello della membrana delle cellule muscolari (Morales, Lozoya 1994). Il meccanismo supposto per questa azione è l'inibizione della fosfodiesterase cardiaca con conseguente aumento di cAMP in circolo e iperpolarizzazione della membrana muscolare (Loew 1997). Secondo Bone (1991/2) è probabile che il dimero B-2 sia fortemente implicato in questa inibizione. La quercetina ha anche mostrato un effetto inotropico positivo sull'atrio destro del cuore di ratto, probabilmente attraverso la stimolazione degli adrenorecettori b-1 dell'atrio destro (Laekman et al 1986). In generale i flavonoidi hanno mostrato attività antiaritmica. La dilatazione dei vasi coronarici causata dagli OPC risulta in un aumento dose-dependent del flusso ematico coronarico (lungo termine) e nella diminuzione della pressione arteriosa (Hobbs, Foster 1990). Gli OPC hanno anche mostrato di poter inibire l'ACE, con effetto vasodilatatore e diuretico (Uchida et al 1987). Anche gli acidi crategolico e ursolico migliorano la circolazione a livello delle coronarie. L'epicatechina e l'acido crategolico hanno mostrato azione inotropica positiva (epicatechina anche cronotropica positiva).
    Le ammine possiedono azioni inotropica e cronotropica positive in vitro, ma data la loro degradazione a livello dell'apparato digerente questo dato non sembra rilevante (Bone 1991/2).
    Le glicosidi cianogeniche agiscono aumentando il tono vagale; sono sedative e riducono il battito cardiaco, incoraggiando una maggior efficienza cardiaca (Mills 1991).

    B) Attività degli estratti
    Per quanto riguarda l'azione a livello cardiovascolare, i risultati sono molto positivi.
    Negli studi clinici gli estratti hanno mostrato tutti un effetto inotropico positivo, a prescindere dalla parte della pianta utilizzata, anche se solo foglie e gemme hanno abbassato la frequenza cardiaca ed hanno aumentato il flusso coronarico (Occhiuto et al 1986). Tutti gli estratti hanno abbassato la pressione arteriosa nel cane con azione b-bloccante, anche se foglie giovani e fiori (alta concentrazione di OPC) sono state più efficaci delle bacche e foglie vecchie (bassa concentrazione di OPC) (Racz-Kotilla et al 1980). Altri autori riportano una azione antitachicardica e antifibrillativa, con una riduzione della fosfokinasi creatinica (Krezeminski, Chatterjee 1993). Per gli effetti vasodilatatori dell'estratto si ipotizza una azione sui recettori b-adrenergici i quali agiscono a loro volta su una ciclasi dell'adenilato per aumentare la concentrazione di cAMP e quindi il deflusso di ioni Ca2+ (Loew 1997).
    I risultati dei vari test clinici possono essere riassunti in questo modo. L'estratto di Crataegus ha effetti:
    1. Inotropico positivo. Aumento dose-dipendente della contrazione del miocardio.
    2. Cronotropico neutrale. Nessuna influenza sul ritmo cardiaco spontaneo.
    3. Dromotropico positivo. Diminuzione del tempo di conduzione intracardiaca.
    4. Batmotropico negativo. Aumento dose-dipendente del periodo refrattario.
    5. Di aumento della perfusione coronarica e del miocardio.
    6. Di abbassamento della resistenza periferica.
    7. Antiaritmico.
    8. Economizzante rispetto al consumo di ossigeno ed energia.
    (da Loew 1997).
    Tutte queste attività sono congruenti con una azione di tipo inibitore della fosfodiesterase.
    Il trattamento di pazienti affetti da insufficienza cardiaca cronica con un estratto standardizzato al 7.2% di flavonoidi e 18.75 di OPC ha portato ad un miglioramento dei sintomi, ad un aumento della capacità di esercizio, ad un aumento della soglia anaerobica e della frazione di eiezione. In particolare si sono avuti risultati positivi in pazienti con sistema simpatoadrenergico (ipertensione di soglia, tachicardia, aritmia G II NYHA).
    In uno studio su pazienti affetti da malattie ischemiche del miocardio, la terapia ha portato ad un miglioramento delle condizioni generali, dei sintomi soggettivi e della funzione cardiaca; la dispnea, le palpitazioni, l'edema cardiaco e la congestione polmonare sono diminuite, ed in genere è diminuito il carico di lavoro sul muscolo cardiaco (Loew 1997).

  • Ipocolesterolemizzante

    Gli estratti hanno dimostrato di essere ipocolesterolemici e antiaterosclerotici: infatti la somministrazione di estratto di Crataegus aumenta l’attività dei recettori epatici per LDL ed allo stesso momento aumenta l’escrezione di acidi biliari. Una maggior quantità di colesterolo viene catturata dal fegato ma viene poi escreto grazie all'aumentato flusso biliare (Rajendran et al 1996; Shanti et al 1994).


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