Uva ursina

Arctostaphylos uva-ursi (L.) Spreng.

Farmacologia

    Altre azioni

    Azione antilitiasica
    Le foglie di uva ursina hanno mostrato di migliorare alcuni dei fattori di rischio per la formazione dei calcoli delle vie urinarie (citraturia, calciuria, fosfaturia, pH e diuresi), probabilmente sia per l’attività antisettica sia per una certa attività solvente sui calcoli di urato o eterogenei (Grases et al. 1994).

    Azione immunomodulante
    Effetto stimolante sui leucociti polimorfonucleati in vitro (Crocnan et al 2000).

    Azione antiossidante
    L’uva ursina ha mostrato forte attività antiossidante e protettiva del DNA in vitro (O'Brien et al. 2006).

    Azione di inibizione della mirosinasi e della tirosinasi (Mykytyn, Dem'ianchuk 1998; Matsuo et al. 1997)

    Farmacocinetica

    Più del 50% della dose di arbutina presente negli estratti di uva ursina viene escreto entro 4 ore dall’ingestione (Quintus et al. 2005) (secondo altri studi si arriva anche al 67% - Schindler et al. 2002), soprattutto sottoforma dei metaboliti glucoronato ed estere solfato, e più del 75% viene escreto entro le 24 ore. L’eliminazione urinaria di idrochinone è stata insignificante in 2 su 3 volontari, e del 5.6 % dell’arbutina totale nel terzo soggetto. Questi dati preliminari confermano che il rischio di una eliminazione renale di quantità tossiche di idrochinone è quasi nullo (Quintus et al. 2005).
    Il meccanismo di biotrasformazione dell’arbutina sembra essere il seguente: l’arbutina, dopo l'ingestione, viene idrolizzata ad idrochinone dalla flora intestinale; l'idrochinone viene a sua volta coniugato dal sistema enzimatico di Fase II nel fegato a glucoronato ed esteri solfati. Questi vengono assorbiti, concentrati ed metabolizzati ad idrochinone dai batteri del tratto urinario (Paper et al. 1993; Kedzia et al. 1975; Frohne 1970); la deconiugazione dell’idrochinone molto probabilmente è catalizzato dagli enzimi intracellulari nel citoplasma batterico (Siegers et al. 2003). Sembra invece meno fondata l'ipotesi che l'idrochinone possa formarsi direttamente nel tratto urinario ad opera della beta-glucosidasi dei batteri patogeni causanti l'infezione.
    Non sembra che la alcalinizzazione delle urine sia un prerequisito per il miglioramento della attività antisettica dell’idrochinone rilasciato dall’arbutina.

  • Antimicrobica

    L'estratto di foglie di uva ursina esercita una vasta azione antimicrobica sia in vitro che in vivo a livello urinario.

    Studi clinici
    Attività antibatterica
    Uno studio clinico randomizzato, in doppio cieco contro placebo, che ha utilizzato l'uva ursina in congiunzione al Taraxacum officinalis radix et folia per un mese, ha riportato una riduzione significativa della ricorrenza di cistite in un follow up di un anno, con nessuna incidenza di cistite nel gruppo verum e del 23% nel gruppo placebo. Nessun effetto collaterale registrato (...).
    In uno studio non controllato, campioni di urine di volontari sani sono stati raccolti 3 ore dopo la somministrazione di 0.1 o 1.0g di arbutina, e sono stati comparati a 20 composti antibatterici su 74 ceppi batterici, inclusi Escherichia coli, Proteus mirabilis, Pseudomonas aeruginosa e Staphylococcus aureus. Solo l’arbutina a seguito della somministrazione di 1 gr, la gentamicina ed l’acido nalidixico si sono mostrati attivi su tutti i ceppi (Kedzia et al. 1975). La somministrazione orale a volontari sani di 800 mg di arbutina o di una infusione di foglie di uva ursina contenenti una quantità equivalente di arbutina ha mostrato una forte attività antibatterica (Frohne 1970).

    Nonostante i molti studi non è ancora del tutto chiaro se l'azione antibatterica sia dovuta agli esteri dell'idrochinone liberati nelle urine, come l'arbutina (che però è presente in quantità ridottissime nelle urine), dall'idrochinone libero (che però è quasi sempre assente dalle urine) o dai prodotti della coniugazione dell'idrochinone con glucoronato e solfato.
    L'effetto antimicrobico massimo dopo l'ingestione orale dell'estratto di foglie si ottiene dopo 3-4 ore, soprattutto in presenza di urine alcaline (pH 8). Le urine tendono all'alcalinità (pH > 7) in presenza di patogeni capaci di scindere l'urea (Proteus spp, Klebsiella spp, Bilophila wadsworthia, Cryptococcus neoformans, alcuni Citrobacter spp, alcuni Haemophilus spp, e molti altri batteri e funghi), e quindi infezioni di questo tipo sono teoricamente trattabili con l'uva ursina. In casi di infezioni di patogeni non in grado di scindere l'urea, l'utilizzo di agenti alcalinizzanti può alzare il pH di tanto da rendere la pianta efficace.


    Studi farmacologici in vitro
    Azione antibatterica
    In ambiente alcalino i glicosidi (soprattutto l'arbutina) vengono metabolizzati ad idrochinoni e agiscono come antibatterici. Dato che la presenza di urine alcaline indica l’attività di alcuni microorganismi capaci di degradare l’urea (Proteus spp., Klebsiella spp., alcuni Citrobacter spp., alcuni Hemophilus spp., Bilophia wadsworthia, il lievito Cryptococcus neoformans, ecc.), l’infezione con questi agenti dovrebbe essere particolarmente sensibile al trattamento con uva ursina.

    Un estratto al 30% di etanolo ha inibito Bacillus subtilis, Escherichia coli, Pseudomonas aeruginosa, Salmonella typhimurium, Serratia marcescens e Staphylococcus aureus (Leslie 1978). D’altro canto l’estratto al 95% di etanolo o al 100% di cloroformio non hanno mostrato attività antibatterica (Rios et al. 1987; Gottshall et al. 1949).
    Nonostante il decotto di uva ursina mostri una attività battericida relativamente bassa, esso aumenta in maniera significativa la idrofobicità delle specie microbiche testate, inclusa l’E. coli. Potrebbe quindi influenzare le caratteristiche adesive dei batteri (Turi 1997)
    Un estratto acquoso ha inibito la crescita di Streptococcus mutans OMZ176 (Namba et al. 1981), e gli estratti in etanolo e in etil acetato si sono mostrati attivi contro Escherichia coli, Proteus vulgaris, Streptococcus faecalis and Enterobacter aerogenes (Holopainen et al. 1988). Il composto responsabile più importante sembra essere l’arbutina (Holopainen et al. 1988), che, insieme all’idrochinone, ha inibito la crescita di Ureaplasma urealyticum e Mycoplasma hominis (Robertson, Howard. 1987).

    Un estratto di uva ursina testato in vitro ha ridotto in maniera significativa la MIC di vari antibiotici beta-lattamici contro Staphylococcus aureus meticillino-resistente (MRSA), e gli autori hanno identificato nella corilagina il composto primariamente responsabile per l’attività (Shimizu et al. 2001). Non è però chiaro se questa attività si traduca in un effetto clinico nelle infezioni delle vie urinare.

    Azione antivirale
    Un estratto acquoso ha mostrato attività antivirale sul virus dell’herpes simplex di tipo 2, sul virus dell’influenza A2 (Mannheim 57) e sul vaccinia virus alla concentrazione del 10% (May, Willuhn. 1978).

  • Antinfiammatoria

    L'estratto idroalcolico di Uva ursina e l'arbutina hanno mostrato una attività antinfiammatoria ed antiallergica Kubo et al. (1990). L'arbutina inibisce la fosfolipasi A2 e agisce in sinergia con vari agenti antiallergici ed antinfiammatori (ad esempio cortisonici - Matsuda et al. 1990; Matsuda et al. 1992). E' quindi ipotizzabile che l'arbutina eserciti una azione antinfiammatoria sinergica (ad esempio con indometacina) in caso di infiammazioni indotte da reazioni allergiche di tipo IV (Matsuda, Tanaka, Kubo 1991). L'effetto sinergico si esplica sia a livello sistemico che a livello topico

  • Antitossiva

    Dosi orali di arbutina (50 mg/kg) sopprimono il riflesso tossigeno indotto artificialmente in modelli animali.
    La sua efficacia è maggiore della dropropizina e comparabile alla codeina (Strapkova et al. 1991).

  • Inibizione sintesi di melanina

    Gli estratti di uva ursina sono stati ampiamente usati nelle preparazioni cosmetiche per schiarire la pelle (Scarpa, Guerci 1987). La pigmentazione della pelle risulta da un processo multi-step che converte la tirosina in melanina tramite l’enzima torisinasi, e gli inibitori dela tirosinasi vengono usati per come agenti depigmentanti. L'arbutina applicata a livello topico inibisce l'attività della tirosinasi melanosomale, diminuendo il contenuto di melanina delle cellule di melanoma di circa il 39%, impedendo quindi la formazione dei cromofori e correggendo le zone di iperpigmentazione.
    Un estratto metanolico al 50% di uva ursina e l'arbutina inibiscono in vitro l'attività della tirosinasi ed anche la formazione di melanina da DOPA per mezzo della tirosinasi e da DOPA-CHROM per mezzo della autossidazione (Matsuo et al. 1997 ; Matsuda et al. 1992).

  • Molluschicida e alghicida

    Un estratto metanolico di Uva ursina ha dimostrato una azione molluschicida e alghicida.


Glossario